Vacanze 2015: Salento

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Tre ragazzi osservano, sorseggiando una birra ormai tiepida, il cielo tingersi di colori del crepuscolo, su quella spiaggia giovane. Poi uno di loro spinge gli altri due a farsi il bagno prima del tramonto, corre e si tuffa in acqua.
Una barca a vela che passa, il sole che lentamente si muove nel cielo fino a scomparire dietro quella linea blu. Cala il sipario a Gallipoli, con questa immagine le loro vacanze finiscono, si preparano per tornare alla vita di tutti i giorni, quella vita che gli ha permesso di passare due settimane piene di colori, colori veri, vividi, saturi. Mentre tornano in campeggio ascoltano a tutto volume l’ultimo album di Zeed, che è stata la colonna sonora indiscussa delle loro vacanze, ma poi uno dei tre, appena viene riprodotta Are you With Me dei Lost Frequencies, si perde tra i suoi mille pensieri, osservando il cielo blu scuro e le luci circostanti. Probabilmente ripercorre le vacanze, immagini, suoni, sensazioni, dalla più recente alla meno recente. E pensa.

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E’ quel ragazzo che si comporta in modo strano che sta pensando alle vacanze, sì, perché il giorno prima, Martedì 8, si fece ben due ore di camminata per raggiungere il porto di Porto Cesareo, in cui aveva un appuntamento con un signore -sconosciuto- conosciuto Lunedì 7 a Porto Selvaggio.

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Inspiegabilmente è alla ricerca di un senso di libertà, di purezza interiore, di eliminazione delle paure, delle insicurezze e della diffidenza. Secondo lui sono sensazioni che impediscono di fare nuove esperienze, che tendono ad isolare le persone, anche se spesso tutto ciò si potrebbe trasformare in imprudenza, ma anche in esperienza. Preferisce pensare positivo per assaporare completamente le esperienze che la vita offre, perché pensa di aver perso fin troppo tempo e occasioni per colpa della sua insicurezza, e non ha voglia di ripeterlo.
Fotografava le spiagge che attraversava, l’acqua a quell’ora di mattina era fantastica, e pensava al fatto di poter condividere tutti i momenti e pensieri della vita solo con sé stesso, perché nessuno, o quasi, potrebbe capirli a fondo. Il centro di Porto Cesareo è un mix di odori, odori di passata di pomodoro fresco, odori di frutta, uno stile di vita troppo diverso rispetto a quello che si percepisce al nord. Ecco Bruno, è lui il signore che ha conosciuto il giorno prima a Porto Selvaggio. Lui ama raccontarsi, ama raccontare le sue esperienze e la sua vita, perché infondo pochi potrebbero capirlo senza giudicarlo. Il ragazzo è sempre attento a ciò che gli raccontano, si nutre di storie. Bruno è popolare al porto, è premuroso con l’ospite e lo va a prendere a riva con una piccola barchetta in legno per portarlo, remando, fino alla sua vela di cui è orgoglioso. Bruno si definisce creativo, un uomo con tanta fantasia, che durante il tempo libero ha creato una barca a vela spinto dal desiderio di esplorare il mare, perché era stanco dei suoi statici dipinti. Bruno ha tante esperienze da raccontare, Bruno ha una moglie con cui non può più condividere nulla, perché malata. Racconta del loro rispetto reciproco, ma anche delle sue storie extraconiugali. Tra un racconto e l’altro si accorge di non poter uscire a fare una passeggiata in mare con la vela, come promesso al ragazzo il giorno prima, perché il mare era troppo mosso. E’ dispiaciuto perché per lui è una sconfitta, una brutta figura fatta con il suo ospite. Il ragazzo per ringraziare Bruno per la sua gentilezza gli offre un caffè, e rimane convinto che la diffidenza sia una cosa negativa. Il pomeriggio il ragazzo torna in tenda a riposarsi, sempre solo, poi va al mare a Punta Prosciutto e seduto sulle dune più alte, si gode il panorama pensando alla lontananza con la sua migliore amica. Diversi pensieri invadono la sua mente, diverse illuminazioni interiori che fino ad oggi aveva cercato di pacare, riaffiorano. Lui è stanco, va a mangiarsi una pizza, incontra per caso gli altri due amici ma gli ignora, è ancora offeso per il giorno prima ed è determinato a cambiare la sua vita in maniera totale.

Già il giorno prima aveva avuto degli impulsi, Lunedì 7, durante la gita a Porto Selvaggio. Tutta colpa dell’atmosfera selvaggia del posto, che ha risvegliato in lui un’esplosione di energie. E’ abituato a camminare, ad esplorare, vuole a tutti i costi toccare con mano la natura. Adora entrare in sintonia con essa e sapeva già che si sarebbe isolato per qualche ora dagli amici, che non lo avrebbero seguito, si domanda più volte se il dover convivere con persone che non hanno la stessa visione della vita possa essere in qualche modo limitante, anche solo nell’esplorazione. Durante la sua esplorazione trova un posto paradisiaco, con pochissima gente, ma in un certo senso autentica, con cui entra naturalmente in contatto dialogando.

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Due tedeschi in vacanza in salento e poi con Bruno, che invita lui e i suoi amici, il giorno dopo, a fare un giro gratis in vela nei dintorni di Porto Cesareo, per il solo gusto di stare in compagnia. E il ragazzo è felicissimo alla richiesta, tanto da chiamare i suoi amici per chiedergli di raggiungerlo in quel luogo per fargli conoscere Bruno. Ma uno dei due dorme, e quando lo raggiungono Bruno è già andato via. Condivide con i due ragazzi la proposta di Bruno, entusiasta e sicuro del fatto che potrebbe essere un’esperienza fantastica. Ma uno dei due gli risponde come per spezzare l’entusiasmo, decidendo di non volere andare con lui perché diffidente. E’ stanco della situazione, e quando si sente incolpato del fatto di lasciare da sole le persone prende lo zaino e se ne va in malo modo. Passato il piccolo momento di crisi, torna di nuovo nello stesso posto, in cui non c’è più nessuno dei suoi amici, e continua la sua giornata nuotando in quella piscina cristallina, ma blu scuro, ed esplora i fantastici fondali con la maschera, fino a quando non cala la sera e raggiunge la macchina per tornare in campeggio con gli altri due in un silenzio imbarazzante.
L’apice della pittoricità della giornata viene toccato quando un signore si mette a staccare dalla scogliera delle cozze per poi mangiarle sul momento, con da una parte il color blu profondo del mare e dall’altra un mix di verdi della vegetazione e rossi per la terra bruciata.

La settimana trascorsa precedentemente invece è stata più tranquilla, i tre ragazzi sono riusciti ad incastrare le loro esigenze e le loro abitudini. Domenica 23 hanno trascorso il loro pomeriggio in serenità in spiaggia a Punta Prosciutto dopo la serata animata di Sabato 22.

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Un sabato sera fantastico al Riobo, ricco di colori e di sensazioni positive. Se ripensa a quella serata, il ragazzo vede mille colori, persone che ballano, divertimento, sconosciuti che ballano insieme con un pizzico di disinibizione. Un altra parte del suo carattere è quella che ama la movida e le situazioni improvvisate, e non può che avere sensazioni positive.

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Riavvolge i ricordi e appare il sesto giorno, Venerdì 21, quando i tre ragazzi fanno una gita all’isola dei Conigli di Porto Cesareo, in tardo pomeriggio.

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Rivive un Flashback di lui e il suo ragazzo che hanno una discussione in mezzo al mare, poi riavvolge ancora i ricordi e pensa alla mattinata trascorsa in piscina, rilassante e divertente, in cui si isola leggendo un libro sul Buddhismo Nichiren e gioca con il pallone insieme ai suoi amici.

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I tre ragazzi hanno visto molte spiagge nei dintorni di Porto Cesareo, ma sicuramente quella che è rimasta indelebile ad uno dei tre è la spiaggia Dune Tabu a Torre Chianca, scoperta il terzo giorno di vacanza, anche se in un primo momento non riesce a convincere completamente gli altri due per la numerosa presenza delle alghe in alcuni punti della riva. Solo proseguendo la loro camminata riescono a trovare un piccolo pezzo di spiaggia in cui poggiare il loro ombrellone e godersi il mare veramente caldo e cristallino. Uno dei tre ragazzi, sempre il solito, quello strano, deve avere il potere di attirare a se gli sconosciuti a sé. Infatti mentre si fa il bagno uno sconosciuto si avvicina e iniziare a parlargli, a raccontargli che secondo lui l’universo e le stelle hanno una qualche influenza verso gli umani. Poi cambia discorso e racconta il perché della presenza delle troppe alghe a riva: è colpa della tramontana che le spinge verso la riva al posto che portarle a largo come fa lo Scirocco. Il ragazzo ripercorre anche la serata trascorsa quel Mercoledì, il 19, a Gallipoli, che gli ricorda per certi aspetti Milano, dove ha mangiato la sua migliore pizza di sempre.

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Martedì 18 visitano per la prima volta Punta Prosciutto, il tempo rimane stabile per poco, poi inizia a piovere e i tre ragazzi si dividono. Due vanno a pranzare, e uno invece passeggia convinto che tanto poi sarebbe uscito il sole,e così fu. Mentre esplora i dintorni, realizza che Punta Prosciutto non riesce a reggere il paragone con Porto Pino della Sardegna, visitato l’anno prima. Dopo ore di camminata trova una caletta dentro ad una riserva naturale, cui passato, scopre in seguito ad una conversazione con un signore, fu veramente incontaminata. Rimane su quelle dune a prendere il sole per qualche ora, godendosi la situazione in una tranquillità psico-fisica che non raggiungeva da molto. La sera riesce a prendere al volo la navetta per tornare in campeggio. A mezza notte si risveglia per andare ad osservare il cielo stellato in spiaggia insieme al suo ragazzo: uno spettacolo che la natura regala ogni giorno ma che poche volte viene considerato quando si è in città.

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Anche se Lunedì 17 era il loro primo giorno di vacanza, il ricordo nella mente del ragazzo è ancora nitido: mattinata trascorsa nella cala grande del campeggio, per riprendersi dal viaggio del giorno prima. E sempre lui, non soddisfatto della spiaggia, si mette in cammino per esplorare la zona: è tutto roccioso, troppo poco accessibile, ma riesce a trovare un posto leggermente più agibile in cui l’acqua è più profonda, in cui è più piacevole nuotare. Almeno il primo giorno non si isola per troppe ore, torna dagli amici e si addormenta. Nero. Ma il gusto delle cozze gratinate e della pasta e vongole se lo ricorda bene eccome. E anche la fine della prima giornata con sottofondo musicale di “roma bangkok” sul risciò noleggiato per una lunghissima ora.
Se chiude gli occhi e li riapre ripetutamente per un minuto riesce a vedere alcune scene:
– Il lungo viaggio iniziato il giorno prima Domenica 16 alle ore 4:30 di notte.
– L’entusiasmo nel montare le tende
– I ragazzi che asciugano le tende bagnate dagli acquazzoni passati
– Le pizze che nel campeggio ci mettevano secoli ad essere servite… perché i tre ragazzi non avevano prenotato
– Il signore vicino di tenda e i suoi racconti
– Il signore vicino di tenda e le sue mille maratone
– Il signore delle maratone e la sua fama all’interno del campeggio
– La compagna del signore delle maratone, la signora delle maratone, che sorride alla vita, anche se “… è morto! “
– Le mille risate
– Il chiodo e le maratone
– Metla qua
– Il mix delle cose atipiche del posto
– Le cozze, la pizza
– I ragazzi del Sabato sera
– Il piercing al naso
– Il ragazzo rasta di Porto Selvaggio che vendeva i suoi braccialetti
– Il divertimento di tre amici
– Le risate sul gioco d’acqua
– Le vacanze. La libertà. La vita. Gli scontri. La felicità.
– Gli approfondimenti di fine viaggio sul Buddhismo.
– #True Colors#

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All my life, one page at a time
I’ll show you my, my true colors.
No I won’t apologize for the fire in my eyes
Let me show you my, my true colors, it ain’t no rainbow