Un viaggio non programmato

“Dove mi trovo?
Che ci faccio qui, insieme ai miei genitori?”
Mi trovavo su un aereo, destinazione Londra.

“Alla fine si sono decisi” mi sono detto. Seguito da “Ma perché tutto all’improvviso?”
Poi vidi il mare, apparentemente così freddo.

“Come diavolo sono vestito? Oddio, in bermuda!”

Era ora di scendere. Eravamo arrivati finalmente a Londra: finalmente un mio sogno si era finalmente avverato.

“Che freddo, cavolo! Mi chiedo il perché del mio abbigliamento! Sapevo (o forse no?) che sarei venuto qui…”

Attorno a me, la città. Magnifica.

Avevo conosciuto una ragazza, anch’essa parlava italiano (non sono sicuro sulla sua nazionalità, forse era spagnola?). Parlavamo sulla vita a Londra, sul lavoro, sulla lingua.

Mentre passeggiavo insieme a lei, di sera, mi accorsi che la temperatura era decisamente più alta la sera.

Mi trovavo in Hotel, insieme ai miei genitori. In TV c’era il TG Italiano… e pensai “Anche qui? Cavolo, vorrei sentire parlare inglese!”
Era quasi arrivata l’ora di andarsene: dissi ai miei genitori che avevo intenzione di trovare lavoro li, ma che ci voleva ancora un po di tempo… L’entusiasmo iniziale era quasi, nuovamente, ricoperto di insicurezze… ma non potevo lasciare, ormai ero la.

Mi sveglio.

Apro Facebook, e leggo un messaggio da parte di Alessandro in cui condivide con me una pagina piena di lavori estivi a Londra.