Era una di quelle mete turistiche di un posto marittimo.
Questa nave, una delle più lussuose in assoluto, ospitava, oltre ad un sacco di turisti ogni giorno, dei veri inquilini che vivevano lì dentro.
Infondo era come un enorme supermarket, come un enorme città. All’interno c’erano veri e propri palazzi. L’unica mia domanda era la seguente “Ma questa nave salperà prima o poi? come fanno le persone che ci vivono? Saranno obbligate ad assentarsi dal lavoro?”.
Pensandoci meglio, una risposta c’era già: quelle persone circondate dal lusso avevano realmente bisogno di lavorare? No, è chiaro. Oppure lavoravano in uno dei bar o dei negozi all’interno della piazza, o forse nell’orchestra teatrale. Se come ho detto prima, questa nave è una città a sé, dovrà pur essere autonoma.
Mi ricordo anche dell’enorme piscina che c’era al piano di sopra: forse era circondata da vetrate che facevano vedere il suo interno. Un bambino piuttosto vivace voleva tuffarsi da un trampolino.
Come scordarsi del momento in cui dovevo svuotare la vescica? Mi separai da Maurizio e dalla mia famiglia, e andai alla ricerca di un bagno. Passai attraverso i parcheggi delle auto, e pensai che avrei potuto farla lì. Subito dopo cambiai idea perché era pieno di telecamere.
Mi dirisi verso il bagno, superando la sfarzosa piazza centrale.
In bagno incontrai un mio compagno delle superiori, Federico T. Dopo i saluti, notai un distributore automatico. Vidi delle patatine, e mi venne fame. Mi accorsi che la macchinetta era rotta, quindi avrei potuto prendere tutto il cibo senza pagare niente! Entusiasta, corsi verso Mauri per raccontargli della vicenda.
…
Le patatine avevano un gusto strano, sarà perché erano miste al cioccolato e a biscottini?