Donkey Kong Country Returns – Il mio commento

Alla presentazione dell’E3 di quattro anni fa rimasi piuttosto sbalordito: mai e poi mai mi sarei aspettato di vedere il ritorno di quella serie per SNES dalle ambientazioni e musiche ipnotiche e così… trance.

dkreturns

Anche se, già dalle prime immagini di gioco, avevo come la sensazione che non si trattasse di un vero e proprio ritorno: piuttosto di un modo per far uscire un nuovo titolo per Wii sfruttando il nome che la software house Rareware riuscì a rendere popolare negli anni 90.

Quando annunciarono il porting per il Nintendo 3DS pensai solo ad una cosa: finalmente potrò mettere mano su questo tanto atteso nuovo DK.

Questa mattina ho avuto modo, tra un impegno e l’altro, di finire il gioco senza mai ricorrere a scorciatoie per facilitarlo: ho voluto giocare un po a mo di anni ’90, quando per superare un livello dovevi metterci tutto te stesso.

E finalmente posso esprimere il mio giudizio più che personale. Cosa ho gradito di questo Donkey Kong? Cosa non ho gradito? Ma soprattutto, è giusto fare paragoni con i vecchi titoli per SNES? La mia risposta è assolutamente sì: quando una casa decide di riutilizzare un nome già affermato per pubblicare un nuovo titolo chiamandolo “Ritorno”, è inevitabile non farli.

1) Il Gameplay.

Quando ho messo mano su questo titolo la prima cosa che ho pensato è stata: “è tutto così poco familiare”. I comandi sono totalmente rinnovati, viene rimosso il tasto da tener premuto per correre, ci sono nuove mosse esclusive per il nostro caro scimmione, il che ci può relativamente stare. Eppure, nonostante ciò, la cosa che più mi ha fatto storcere il naso è stato non poter più scegliere con quale dei due protagonisti giocare.
La mancanza di quest’aspetto non solo cambia completamente il modo di affrontare i livelli, ma fa si che il titolo si uniformi con il resto dei platform in circolazione, facendo diventare anonimo il nostro vecchio Diddy, che non effettua più ruote danzanti per colpire i nemici, ma utilizza solo uno strano razzo per far planare Donkey.

Altro aspetto che non ho apprezzato è stato l’arrivo dei cuoricini. Nella serie originale non esistevano questi cuori vita; il giocatore aveva due sole possibilità nel caso si avesse sia Donkey che Diddy disponibili. Questo non influiva sulla difficoltà del titolo, perché il numero di barili DK che s’incontravano in vari punti dei livelli era bilanciato.

E invece Retro Studios ha pensato di aggiungere il doppio di cuoricini (e di farli scendere col doppio della velocità) per rendere il gioco della stessa difficoltà dei precedenti. Anche se io, di nuovo, lo definirei più anonimo, considerando il fatto che in alcuni livelli ci sono pochissimi barili DK per recuperare Diddy.

2) Level design, creature.

Nonostante sembra comunque di giocare ad un titolo diverso dal celebre Donkey Kong, non nascondo che Retro Studios ha fatto una buona mossa ripescando alcuni elementi chiave dei precedenti. Ad esempio, non mancano i livelli a scorrimento frenetico come quelli ambientati sulle rotaie delle miniere, oppure nei barili razzo. Questi livelli mi hanno strappato molte risate. Non mi spiego invece l’assenza totale delle location subaque, che tutti i fans della serie hanno apprezzato per le atmosfere e musiche cupe e misteriose.
Altra assenza che non riesco a spiegarmi è quella degli amici animali: dove sono finiti tutti? Il rinoceronte Rambi è l’unico che s’incontra raramente, non esiste più Enguarde, il pescespada, Rattly, il serpente in grado di saltare altissimo, Squitter, il ragno con il quale superavi livelli sospeso sulle sue ragnatele, Clapper, la simpaticissima foca che rinfresca le acque bollenti, Squawks, il pappagallo che ti accompagna sopratutto in quei livelli spinati accompagnati dalla fantastica Stickerbrush Simphony (di cui parlerò in seguito) e Glimmer, che illumina i fondali dei galeoni perduti più bui. E questi sono solo quelli presenti nel secondo titolo per SNES, Diddy Kong Quest.
L’unico amico animale che s’incontra nel gioco è quello che traccia la meta nei livelli: parlo dello sconosciuto maialino con la bandierina che va a sostituire, inspiegabilmente, il celebre barile dei titoli precedenti.
Per quanto riguarda i nemici invece, ci troviamo ad affrontare la tribù dei Tiki Tak, strani tamburelli indemoniati. E non c’è traccia ovviamente del sommo K. Rool. Insomma, è come se un giorno Bowser e i suoi seguaci sparissero da Super Mario… sarebbe praticamente inspiegabile.

3) Ambientazioni, Colonne sonore

Le ambientazioni del Returns sono sicuramente molto colorate e più complete rispetto ai precedenti, complice sicuramente la grafica -che non proprio si può definire moderna, ma almeno ci prova- della Wii. Ho apprezzato molto i livelli in controluce, anche se sono davvero troppo pochi!
Le ambientazioni ricordano principalmente quelle del primo titolo del SNES, anche se purtroppo non hanno fatto tesoro dell’esperienza di Rare che ha dato il massimo in Diddy Kong Quest.
Kenji Yamamoto ci ha provato, fallendo miseramente. Le sue musiche non sono neppure lontanamente equiparabili ai gioielli composti da David Wise ed Eveline Fischer. Le tracce, seppur composte con attrezzature moderne, non rimangono in mente semplicemente perché troppo complesse e, ancora una volta troppo anonime. Non c’è bisogno di comporre per ogni livello una traccia di 3:50 minuti. Il più delle volte le cose che funzionano sono proprio quelle più semplici e incisive.

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

* OST che adoro a minuto 24:39, poi a 8:25, 15:20, 29:10, 32:12, 33:10, 46:52. *

E3-2010-Donkey-Kong-Country-Returns-Preview

4) Conclusione

Si tratta certamente di un bel gioco, di una difficoltà che i giocatori odierni non sono abituati ad affrontare. Ma rimane veramente troppo diverso da ciò che ha reso celebri i vecchi DK, per cui personalmente è stata una delusione. Se non si fosse chiamato Donkey Kong magari non avrebbe avuto neppure tutta quest’attenzione mediatica.

Mi piacerebbe avere la possibilità di giocare anche il secondo capitolo della serie per potere apprezzare il ritorno di Wise nella composizione delle Soundtrack e vedere se qualcosa è stato migliorato.