La mia sete di conoscenza mi porta talvolta a ricercare storie e vite negli oscuri angoli metropolitani.
Oggi ho toccato con mano alcune situazioni pericolose, persone che occupano concretamente posizioni di disagio e degrado sociale, emarginate, che per mangiare sono disposti a fare delle particolari scelte, andando contro alla propria -rigida e più rigida di quella italiana- cultura.
Ho preso una manciata di esperienze, le ho fatte mie per arricchire la mia persona e la mia conoscenza di ciò che mi circonda.
Però quando si decide di giocare si va incontro a diverse situazioni che improvvisamente possono trasformarsi in pericolo. Oggi, per la prima volta in circa quattro anni l’ho toccato con mano, mi ci sono trovato dentro, ma l’ho affrontato.
È un piccolo prezzo da pagare, l’importante è non abbassare mai la guardia e non intimorirsi.
Perché viaggiare, esplorare, anche solo con la mente a due passi da casa, vuol dire anche questo.
Immersione esplorativa conclusa in bellezza con una scenetta comica in metropolitana: io comodamente appoggiato alle porte, le porte si aprono, non cado ma faccio la figura del buffo, una persona sorride e inizia a parlarmi.
Sorrido anche io, ci raccontiamo due cose e torno a casa.
Invio, pubblico, chiudo.