Il mio -ex- tanto amato e desiderato iPhone 4s

Eiphi. Non ti ho dimenticato, vorrei tanto che ci fosse uno strumento in grado di rilevare i miei pensieri (quelli più ordinati e adeguatamente riformulati, s’intende) per poi pubblicarli in tempo reale qui, nel mio diario di sfogo personale.

Ma tant’è, non c’è.
Torniamo quindi alla realtà, tanto migliorata dai dispositivi che ogni giorno maneggiamo con dimestichezza: i nostri smartphone.
Quelli si che hanno semplificato tante cose. Ci permettono di fare millemila cose in più, in meno tempo rispetto al passato.

Non mi stancherò mai di ripetermi che una delle tante ragioni per cui desidero l’immortalità è per seguire il progresso tecnologico, che in soli dieci anni è in stato in grado (e lo sarà ancora) di stravolgere le azioni che svolgiamo quotidianamente.

Certamente, vivevo ugualmente anche senza smartphone, ma anche solo per controllare una mail dovevo tornare a casa dalle mie escursioni senza meta.
Ma quando nel Dicembre 2012 mi regalarono il mio primo iPhone 4S, bianco, 32GB, usato, tutto cambiò.

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Quanto l’ho desiderato? Sì, è vero, bisognerebbe prima di tutto desiderare la pace nel mondo e l’amore, ma un po di sano materialismo certamente aiuta a metterci in contatto con chi e con ciò che ami. E a farsi qualche selfie. Ah, già, con chi ami l’ho già scritto.

Concludendo, qualche mese fa acquistai l’iPhone 5S (con cui mi ci trovo benissimo) perché la batteria del mio povero iPhone 4S usato e strausato iniziava a dare qualche segno di cedimento.
Quindi ho deciso di venderlo, oggi me ne separerò, forevah.
Ma il suo ricordo rimarrà nel mio cuore per sempre.
E i suoi sforzi e la sua storia rimarranno ancora rinchiusi nel mio account di iCloud, in memoria (non quella RAM).

Invio, pubblico, chiudo.