Durante una tavolata sento che alcune persone sono distanti, nonostante l’attiguità. Abbasso la testa e penso… e osservo.
Sembrano distratti, aggressivi, ipnotizzati dai disastri, dalle morti e dagli assassinii che, come un telefilm a puntate, vengono mostrati ogni giorno in quello scatolone accartocciato di fronte a noi.
E poi i dialoghi: richiami, lamentele, screditamento e cose negative. Mancano momenti di piacere e di contatto con l’esterno, hanno troppi pochi stimoli. E poi il valore che attribuiscono all’educazione… un educazione da sbandierare per cose futili.
Qualcosa ha infranto la loro persona: oltre alle loro tristi storie, ora la causa sono anche i farmaci che causano nervosismo… o forse è il malessere interiore a causarlo…
Nonostante il mio buon umore, provo malinconia. Ho timore che piano piano questa negatività possa frantumare ciò che rimane dei loro frammenti…
E mi guardo intorno,
e abbasso la testa,
e penso.